Il Castellano di Barengo e la Via dei Sette Venti

puntata 2

La prima metà del 1500 venne funestata da diverse epidemie di peste che colpirono il medio novarese. In particolare, le prime due, dal 1501 al 1513, dilagarono in quasi tutti i borghi e le campagne. La Via dei Sette Venti a Barengo fu in quegli anni molto trafficata: gente che andava e veniva in cerca di qualsiasi rimedio per scongiurare o curare la terribile malattia. Cercavano erbe nei prati, consigli dai più saggi e anziani, luoghi o santi a cui chiedere la grazia che li proteggesse dalla peste.

Mentre ciò accadeva, il nostro Castellano, Giovanni Bagnazio del fu Vercello da Rasco, era ancora intento a restaurare la sua casa in “ruga nova”, tanto che all’interno dei muri fece incidere l’anno in cui probabilmente finirono le opere di ristrutturazione: il 1504. Nel frattempo, poco più in là, in località Baraggiolo, sulla strada che portava al guado dell’Agogna nei pressi della SS. Trinità di Momo, in connessione alla via Francisca, si era andato costruendo, probabilmente dagli abitanti stessi, un piccolo oratorio campestre dedicato a San Rocco, protettore contro la peste.

Madonna con Bambino Oratorio San Rocco Barengo

Proprio questa minuscola costruzione, inizialmente aperta su molti lati, fu oggetto di una importante serie di affreschi, eseguiti da più di un autore e in tempi diversi, che la rese quel gioiello che oggi è. Gli affreschi iniziarono subito dopo la peste del 1501 a opera della famiglia Cagnola, su probabile committenza dei feudatari Tornielli. In questo oratorio di pochi metri quadri si concentra, come in pochi altri luoghi, la forza della fede devozionale e la richiesta di protezione contro le epidemie da parte di un’intera comunità.

A partire dalla pala d’altare con la Madonna e il Bambino tra San Rocco e San Giuseppe, San Rocco appare raffigurato più volte nei cicli pittorici presenti, insieme ad altri santi noti per la loro intercessione contro le malattie. Troviamo quindi San Sebastiano, che nell’iconografia religiosa aveva preceduto la figura di San Rocco alcuni secoli prima, San Fabiano Papa e Martire vissuto nella stessa epoca di San Sebastiano, intorno al 250; i due santi si celebrano lo stesso giorno e le loro reliquie furono spesso unite nelle medesime chiese. Nell’oratorio abbiamo anche San Martino che dona il mantello al povero. Tutti questi personaggi rappresentano per il popolo la fede per la salvezza e la cura dei bisognosi.

Giovanni Bagnazio, che era stato milite e castellano al servizio dei Tornielli per venticinque anni, verosimilmente mise la sua lunga esperienza nel seguire con occhio particolare anche i lavori dell’oratorio di San Rocco. In quella sua casa, quasi troppo grande per lui e la sua famiglia, probabilmente ospitò di buon grado gli artisti che si stavano dedicando alla realizzazione del vicino oratorio.

Ma a questo punto emergono dei fatti che ci pongono davanti ad alcuni quesiti. Sulla parete meridionale dell’oratorio di San Rocco si trova l’affresco più interessante: un ex voto molto particolare. Esso rappresenta un drammatico momento storico relativo all’epidemia di peste che colpì gli abitanti di Barengo all’inizio del 1500. Tra due figure di San Rocco e davanti alla Madonna col Bambino, in mezzo alla folla, risalta un bimbo che presenta sulla gambina il segno della peste. Seduto forse in braccio al padre, è attorniato dalla famiglia e dai membri della comunità di Barengo, preceduti pare da un notabile. Subito di fronte alla Vergine si trova una figura in azzurro, che potrebbe essere un personaggio importante come il Beato Pagano Tornielli, il quale reca in mano la benda tolta alla ferita per mostrarla e rendere grazie dell’avvenuta guarigione. Raccolte intorno al bimbo, persone di ogni età ringraziano per aver scongiurato il morbo. Il bambino realmente guarito rappresenta l’intera popolazione ed esorta ad essere devoti a San Rocco, come riporta il cartiglio che tiene nelle mani. Il notabile dalle vesti ricercate ma dai pomelli rubizzi, chi potrebbe essere?

affresco Ex Voto oratorio di San Rocco a Barengo

Ora il secondo fatto. All’entrata, sotto il portone della casa in “ruga nova” appartenuta al Castellano di Barengo, si trova un dipinto devozionale assai prezioso della bottega dei Cagnola, datato 1516. Raffigura la Madonna col Bambino tra sant’Antonio Abate e San Rocco. Al di sotto del delizioso affresco vi è un’iscrizione di non facile lettura, ma sembrerebbe riportare una dicitura che commemora l’ex voto fatto per la guarigione di un bambino. Perché nella dimora nella Via dei Sette Venti si trova questo affresco?

Ma un altro fatto è singolare. Giovanni Bagnazio, del fu Vercello da Rasco in Val Sesia, che aveva a lungo lavorato a servizio dei Tornielli per la costruzione delle rocche di Barengo e Briona, aveva senz’altro le conoscenze per poter far affrescare anche la chiesetta di S. Maria Assunta e di S. Rocco a Rasco di Valduggia, suo paese d’origine. In questo piccolo borgo quasi sconosciuto, infatti, e nella sua piccola chiesa si trova un dipinto della Madonna con Bambino e San Rocco realizzato sempre dai Cagnola in quegli stessi anni, parecchio simile a quello della dimora del Castellano.

Molti fatti sono coperti dalla nebbia del tempo. La cosa certa è che in quegli stessi anni i Cagnola affrescarono gran parte del San Rocco di Barengo, in particolare l’ex voto per la guarigione di un bambino, e pochi anni dopo due dipinti simili fra loro della Madonna con San Rocco: uno nella dimora di “ruga nova” e uno nella piccola chiesa di Rasco in Valsesia, paese natale di Giovanni Bagnazio.

Chi lega insieme queste tre opere? Siamo nell’ambito delle ipotesi, ma pensiamo che il Castellano di Barengo possa aver partecipato in modo attivo alla realizzazione dell’affresco ex voto del San Rocco e che sia lui il personaggio dalle vesti signorili coi pomelli rubizzi seduto accanto al bimbo. Il dipinto del 1516 nella sua casa potrebbe dimostrare che il fatto riguardava la sua famiglia e per questo egli si impegnò anche a far affrescare la piccola chiesa di Rasco in Valsesia, come era obbligo ai tempi per tutti coloro che ricevevano una grazia, a seconda delle proprie possibilità.

Queste le prime accattivanti scoperte che ci rivela la dimora del Castellano di Barengo nella Via dei Sette Venti.

La chiesetta di Rasco

Sant’Antonio Benedicente nell’affresco in Ruga Nova a Barengo

Sant’Antonio Benedicente nell’affresco in Ruga Nova a Rasco

Carrello